Le persone sensibili non scrivono libri

Sono in un brutto momento. Non me la passo per niente bene. Sono privo di emozioni, e come un tossico, ne sto andando in astinenza. Mi sono accorto di essere incredibilmente fragile. Giuro che stavo per piangere anche sentendo il discorso di un politico. Mi vergogno un po’ a dirlo. Credo che io mi stia proprio rammollendo. La gente crede che chi scrive, sia una persona sensibile. Io, in realtà, penso l’opposto. Non mi sento sensibile, anzi… Scrivere mi fa sentire un frustrato (sta parola è difficile anche da leggere in mente). Solitamente, chi scrive, è chi non ha le palle di dire le cose in faccia alla gente. Scrivere è più facile. Sputi tutto quello che hai da dire su un foglio, e ti basta semplicemente buttarlo in faccia a chi vuoi che lo legga. Semplice no? Non sensibile. Non c’è niente di sensibile. Un po’ come le persone che ci provano con le ragazze solo tramite i social o che fanno dichiarazioni tramite sms. Non so se questo sia un bene o un male. Da una parte è veramente brutto non avere il coraggio di dire ciò che si pensa.. Dall’altro, la tecnologia, ha permesso di leggere parti nascoste di noi. Quelle parti che con gli occhi non si vedono, o solo si percepiscono, o forse, allo stesso tempo, vengono fermate o filtrate. Io penso che potrei anche odiare l’essere che non dimostro di essere. Viene alla luce solo in alcuni momenti. Quando bevo e quando scrivo. Per questo, molte volte, combino le due cose. Perché sono un frustrato. Il prodotto di questo Stato molle, che non mi caga.. E non mi vuole. E mi rende instabile e fragile. Non sensibile.

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