Gente di colonie – #DarwinDay

Aspetto. Indovina? Il treno.

Visto il numero di racconti che ho scritto in questo posto, dovrei chiamare il libro “Anomali pensieri in treno”, o direttamente “circumvesuviana”.. Ma vaffanculo, nelle mie notti napoletane mi ripetevo questo titolo nella testa e voglio chiamarlo così. Non è che c’è da dibattere. Il libro è mio.
Il bello è che parlo di ‘libro’ e sto battendo le lettere sul cellulare. Si proprio adesso. Mentre stai leggendo. (Improbabile, ma anche vero). Io sto scrivendo e in questo istante fugace, sto facendo in maniera tale che tu possa ‘leggere’ questo flusso di pensieri momentaneo.
Scrivo di getto, il più delle volte. Poi passo a correggere (avevo scritto ‘correggerlo’). Quindi questo pensiero non è proprio autentico, ma ti assicuro che le correzioni sono più che altro legate alla sintassi (ma non è vero..!). Aggiungo qualche virgola, quando ne ho voglia. Tipo ora, e ora, e ora, e ora, e ora basta.
Non ti sto facendo perdere tempo.

Arriverò a un punto, eccolo->.
Questo mio modo di scrivere, mi ricorda tanto la vita. Cioè, che va avanti e non si ferma mai.

(Sono un’aggiunta di Davide inserita dopo. Mi spiego, non ero presente nel flusso di pensieri precedente. E quindi, aggiungo: non è che con quello che ho scritto mo inizio a dire banalità del tipo “la vita è bella” o tipo “non può piovere per sempre”. Se ti volevo far leggere cose di questo tipo, ti mandavo su Twitter.) (Quindi, aspett n’attim).
Nella vita non puoi tornare indietro a correggere. Quel che è stato, è stato. E ieri parlavo proprio di questo con Chiara, la mia vicina. Cioè non parlavo di questo. Ma un discorso al quale mi voglio ricollegare. (Costruisco connessioni inesistenti nella mia testa. Danno credito a quello che dico).
Parlavamo del fatto che le nostre piccole evoluzioni fisiche ma anche comportamentali, nel corso dei secoli, siamo riusciti a trasmetterle alle generazioni successive. Vero. Ma anche strano.
Infatti le persone di colore fanno figli di colore perché abitavano in posti in cui faceva caldo. Io sono bianco. I miei antenati vengono da posti freddi. Questo comporta che io non ho acquisito nessuna abilità del cazzo.
Non è che resisto di più al freddo. Non è che al freddo ho caldo, il sole mi ustiona, e poi devo studiare sui libri di storia che i neri venivano fatti schiavi… Ma che ca..?
Fisicamente loro hanno caratteristiche migliori delle nostre.(Avevo scritto ‘maggiori’ delle nostre’. Forse per la lunghezza del loro pene) Quindi… Sta cazzo di evoluzione con la sua legge del più forte, non ha senso.
(Riparto da qui. Siamo nel giorno dopo in cui ho scritto questo primo pezzo. E stranamente, in treno, sono seduto vicino a un ragazzo di colore. Mi ero dimenticato di aver scritto sta cosa sui neri. Da qui continuo il discorso sull’evoluzione. Questo parlare di peni, ha reso tutto molto inquietante) (A Chiara piacciono gli africani).

Cioè fatemi capire.. Con le loro scoperte, i bianchi sono riusciti a sovvertire il normale scorrere della legge del più forte?!
(Avevo scritto questa frase usando la prima persona plurale, inserendomi nella categoria dei bianchi. Questo è un altro modo di interagire dei razzisti. Mi correggo così da mostrarvi quello che dice la gente solitamente, quando parla di ‘società o stranieri’. Ma anche perché non voglio ‘sembrare’ quello che non sono. Questo parlare usando “noi”, “loro”… Ma alla fine cosa siamo..? Se ‘siamo stati’ colonizzatori, allora siamo stati anche stupratori e assassini. Si, anche ‘loro’. Ma maggiormente ‘noi’).
Siamo il frutto di quello che siamo stati. E saremo i padri delle generazioni che moriranno nella Terra che abbiamo abitato.

Siamo lo scorrere di un fiume. Causa e vittime del suo corso irregolare.

E se mi faccio le pippe mentali oggi, è solo perché VOI mi avete reso così, miei cari antenati.

Non siamo quello che mangiamo. Siamo quello che siamo stati.

Vittime, assassini, perdenti e vincitori.

Siamo quello che siamo, per quello che eravamo.
Giuro ora poso la birra. Vado a dormire presto questa sera.

Un pensiero in meno per la testa. Uno in più per voi.

Touché!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *