Il locale brulica di persone. Nella folla ad ascoltare musica. Le frequenze.
Due tipe si avvicinano al palco. Sono sulla mia destra. Il profumo, di una delle due, mi entra nelle narici ed attiva i miei sensori. Il mio fiuto da predatore (ah ah ah. Che minchiata)
Una volta ho scopato una tipa con questo stesso profumo. Ma oggi non è la serata adatta per scopare. Stasera c’è la musa. Stasera c’è la musica.
Entro nel cesso del locale. Il locale è cambiato parecchio negli ultimi anni. Adesso si chiama Frequency. Una volta era lo Shakti.
Il cesso è sempre lo stesso. Un po più messo apposto. Un po piu illuminato. Ma è sempre un cesso.
Piscio, ed il piscio, attiva i miei sensori. I miei sensi da ubriacone. Troppe birre questa sera. Ma anche quelle sere in cui era Shakti. Ripenso alle pisciate in questo bagno. Che romantico.
Siamo una generazione simpatica noi degli anni novanta. Beviamo tanto, ma contiamo poco.
Nessun poeta nella sala.
Solo vip da cover-jam.
Andate a cagare. Voi e le cover. Noi siamo artisti. Improvvisiamo nelle jam. Pur contando poco.
Sono in auto. Ritorno a casa. Ma la strada si allunga.. La diluisco. Sono io a deviare più e più volte. Rimango immerso nella musica. Fumo una sigaretta. Mentre guido.
Non si fa.
Ma andate a cagare.
Sogno. Sono nel mio letto. Mi concentro sul respiro. Ripenso ai primi pacchetti di sigarette fumati a 15 anni. 2 euro per un pacchetto da 10. O Camel o Chesterfield. Le compravo un giorno io, un giorno Peppe, un giorno Kekko..
Un pacchetto ci durava quasi 5 giorni.. Poi aumentarono.
I pacchetti. I giorni no.
Ora le sigarette in tasca non mi mancano. Ma mi mancano quelle giornate. Una sigaretta fumata di nascosto in compagnia di due o tre amici.
Ora fumo ovunque. Anche in macchina. Hanno perso senso. Hanno perso il gusto.
C’è solo il vizio.