Rivelazione delle 23:10

Non apro whatsapp.

Non ce la faccio.
In questo periodo leggo gli sms dall’anteprima, ma non li apro… A-meno-che non si tratti di qualche emergenza oppure di un messaggio troppo lungo che non entra nella sezione notifiche del blocca-schermo.
Lo so, è un pensiero troppo contorto. Rileggi, e ne riparliamo tra poco.

Hai letto? Compreso? Nel prezzo?

Non me ne vogliate… Ma sto diventando intollerante agli sms, ai rapporti e ai rapporti tramite sms.

Siete banali. Sono banale.
Ma ho bisogno di altro… E devo dire per forza ‘sta cosa scontata.

Questa vita virtuale è così fredda che non percepiamo più il calore delle nostre stesse parole.
Le diamo in pasto al mondo digitale, dove tutto diventa leggibile: pensieri, emozioni, come sarebbe successo con un diario segreto o con un pezzo di carta abbandonato nella stanza.
Ma la rete rende tutto questo discorso più grande, condivisibile, moltiplicabile…
Non voglio perdere il contatto.

Ogni cosa che diciamo ha un peso.
(2 etti di prosciutto, grazie)

Quando parliamo con una persona guardandola negli occhi, non siamo capaci di essere noi stessi al 100%.
Banalità numero 3.
Forse per sms, su Facebook, o in qualsiasi altro posto, riusciamo al meglio a rappresentare quello che siamo… Ma non mi interessa.
Molte volte preferisco una realtà censurata e filtrata dal nostro cervello, piuttosto che questa fredda realtà virtuale.

Tutto questo per giustificarmi sul fatto che mi scoccio di rispondervi agli sms.
Non leggo i vostri post lunghi su Facebook.
E tua sorella è sicuramente bona.

Ciao.

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