È notte. E anche oggi si dorme domani.
Gironzolo per casa.
Mi fumo una sigaretta, bevo un goccio d’acqua e torno a pensare che sto proprio buttando la mia vita.
È finita la birra – era poca.
Ci rimango male.
Bussano alla porta.
Vado ad aprirla.
Trovo sulla soglia un esserino minuto, ben vestito, un po’ losco.
Dice di essere il fantasma dei Natali passati.
Non lo conosco.
Mi dice che è qui per farmi rivivere il mio passato e darmi la possibilità di comprendere che ho completamente perso il vero spirito del Natale, degli affetti e della vita. E tutto questo per pensare al lurido denaro.
Gli dico che non è Natale, non sono ricco e che potrei tranquillamente lamentarmi di tanta gente ricca, burbera e incapace, che non mi ha mai aiutato nella vita.
Mi chiede se mi chiamo “Trump”.
Rispondo di no.
Mi dice che cercava un certo “Donald Trump”.
Non lo conosco.
Mi chiede di Hilary Clinton.
Non la conosco.
Mi chiede il voto al referendum.
Rispondo di no.
Gli chiedo una birra.
Mi dice di no.
Il fantasma si scusa e io torno a letto.
Leggo il post di un tipo che parla di scrittori che si credono blogger. No aspè di blogger che si credono scrittori.
No aspè lui fa lo scrittore e si sente offeso da tutti questi blogger-scrittori.
No aspè non fa lo scrittore.
Fa il blogger sulla sua pagina Facebook.
Fa il blogger/scrittore sul suo profilo Facebook.
Non ho più voglia di leggere.
Torno a scrivere.
Bussano alla finestra della mia camera.
Un ragazzino volante mi chiede del Brandy.
Mi è finito.
“Ho detto Wendy!”
Gli dico che non conosco nessuna Wendy, e che soprattutto, non è molto sicuro volare tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli. Ci sono panni stesi dappertutto. O’ guaglion’ s’ po’ fa mal’.
Chiudo la finestra e sospiro pensieroso.
Torno a fumare un’altra sigaretta.
Un tipo sul divano col Narghilè, mi chiede “chi sei tu”.
Chiamo la polizia.
Arrivano i poliziotti e lo sbattono dentro.
Ma in maniera non troppo violenta.
Purtroppo il tipo muore lo stesso.
Un attacco di epilessia.
Almeno così mi hanno detto.
Decido di cambiare aria.
Quindi finisco nel mio letto.
Penso ai miei problemi:
Ho sempre 43 piedi in una scarpa.
Una vita irrisolta.
E non capisco come cazzo abbia fatto quel tipo col Narghilè, ad arrivare sul mio divano.
Niente droga questa sera.
Niente birra questa sera.
Mi corico sul lato nascosto del mondo.
Rimango silenzioso.
Non voglio manco russare.