Giocavo con i miei nipoti, Gabriel e Andrea.
Periodo di Natale.
Ero lì a cercare di regolamentare una corsa di macchine telecomandate…
Ma i bambini, se ne fottono delle regole.
E ogni tanto fanno bene.
Ci dimostrano quanto sia futile la realtà che ci costruiamo.
Futile, infantile, il mondo dei bambini è più diretto. Simpatico. Geniale.
Vabbè, ero lì che cercavo di decretare il vincitore di una di queste corse clandestine tra il salotto e la cucina, e i bambini cercavano di decidere, senza alcun criterio, chi fosse il vincitore.
“Nella prossima corsa vinco io!
“Ho vinto io!”
“Io non perdo!”
Mi sembrava una di quelle cose tipo “il protagonista del mondo, cioè io, non posso perdere. Sono bravo in tutto “.
E ci può stare. Un po’ di sana megalomania, fa bene a tutti.
Io naturalmente dicevo cose da grandi:
“Avete vinto tutti e due! Siete tutti e due vincitori…” e altre cose noiose di questo tipo. Mi sentivo ridicolo nel momento stesso in cui le dicevo.
Avrei dovuto insegnare ai miei nipoti, attraverso il gioco, che la sconfitta esiste e che non sempre riusciremo ad essere i migliori in ciò che facciamo…
Ma dai… Hai visto la faccia di quegli angioletti diabolici?
Possono anche ammazzarti con quella faccia, risulterebbe comunque una cosa carina per la loro età.
Comunque, siamo giunti al punto.
Perché dovevo insegnare un qualcosa di questo tipo?
Sí, probabilmente “chi cazzo me lo fa fare di intavolare una lezione di vita nelle feste di Natale ai miei nipoti?”
Cioè, c’ stann’ e past’.
(Ci sono i dolci)
La sconfitta ci aiuta. Permette di migliorarci. Non si può vincere sempre… Bisogna faticare per vincere. E a volte, si perde comunque.
Ma noi “grandi” siamo bravi a dire cosa bisogna fare… Sempre!
“Perché lo abbiamo provato sulla nostra stessa pelle”
Infatti siamo bravi a ricordare a chi ci succede, le sconfitte che ci hanno segnato e che ci hanno inesorabilmente portato a diventare quel che siamo…
Delle persone insoddisfatte della nostra stessa vita…
Quand’è che abbiamo smesso di voler essere i migliori?
Quando abbiamo capito che non avremmo fatto i calciatori o le ballerine da grandi?
Quando abbiamo scoperto che c’era bisogno di un ruolo più marginale nella società?
Quando abbiamo capito che non capivamo un cazzo di chimica, fisica e compagnia bella?
Quand’è che abbiamo accettato di non essere i migliori della classe?
Le sconfitte ci fanno crescere… Ma ogni tanto, ci tagliano le gambe.
Perché ad un tratto diventiamo troppo deboli e infantili nell’affrontare l’ennesima sfida della vita.
Quindi, nipoti miei…
Qualcuno ha inesorabilmente perso.
In questa corsa…
Della vita…
…sapete chi?
IL COGLIONE CHE HA PROGETTATO QUELLE CAZZO DI MACCHININE!
Cioè i telecomandi stavano sulla stessa frequenza!
Quindi se muovevi una macchinina, si muoveva anche l’altra! Una cazzo di gara truccata per il maledetto pareggio!
LO SAPEVANO TUTTI! ANCHE I VOSTRI GENITORI! E NON VI HANNO DETTO NIENTE!
Il progettista doveva andare a lavorare in una miniera!
Di certo voleva fare qualcosa di diverso nella sua vita!
Probabilmente alla Lego non lo hanno voluto e mo sfoga le sue frustrazioni su sti giocattoli pezzotti! Ma va, va!
E questa è la vita! Una caterva di persone frustrate e insoddisfatte che in un qualche modo rovineranno i vostri piani!
Dall’autista del pullman che non passa, fino ad arrivare all’elettrauto che ti sballa tutte le luci della macchina!
Non vincerà mai nessuno quella corsa!
È tutto truccato, come il calcio!
E a proposito, domani stanno le partite.
Vado a giocare la bolletta.
Questa volta sicuramente prendo…
E ci do un taglio con questa vita di merda!
Cià!
[Per i miei nipoti. Non smettete mai di voler essere i migliori.]