Cupido, il parcheggiatore e il caffè

Immagine per l'articolo "Cupido, il parcheggiatore e il caffè" di Resto di Sasso - Un blog di Davide Sasso.

È successo.
Un’altra volta…

Non mi aspettavo che accadesse in questo modo, ma alla fine, è capitato.
È passato un po’ di tempo dall’ultima volta quindi, non ero preparato…

Stavo a Napoli a contrattare col parcheggiatore abusivo quando poi sono stato colto dall’irrefrenabile desiderio di dirgli:
“Senti, mi sono innamorato”

Lui mi ha guardato sconcertato, ma poi mi ha risposto:
“Senti fratè, non mi dire niente. Si’ nu brav’ guaglion’, ma io so’ sposato. Comunque se è una scusa per non pagare il parcheggio, sappi che nun’ sta funzionando”

Si capisce che è una scena inventata – il parcheggiatore ha detto “sappi”.
Se, vabbè…

Sai, non è come andare in bicicletta. Si dimentica come si fa.
Quali sono le sensazioni…

Ti ci ritrovi improvvisamente dentro e dici: “We! Ma veramente?”

Torni a casa, e mentre sei convinto di non poter rivedere mai più Mister Cupido, te lo ritrovi in casa, seduto in cucina che ti chiede:
“Guagliò, ma stu cafè, me lo fai si o no?”

Sì, Cupido sa parlare anche in napoletano.

E glielo butteresti in faccia il caffè perché l’amore con te ha una cifra di debiti, e si aspetta ancora che gli offri qualcosa al bar.

Ed è così che va a finire.
Puoi fare il sostenuto quanto vuoi, ma alla fine, quando l’amore ti chiama…
Rispondi sempre.

Non so come succede…
Ti ritrovi improvvisamente a realizzare che…
“Ho paura di perderti”.

È successo così. All’improvviso…

Ero in strada e guardavo la gente attorno… Tutta quella gente non sa quanto io sia fortunato ad avere una persona come te. Perché non ti conoscono, ed è meglio così!

Se sapessero quanto sei speciale, ti farebbero tutti la corte – senza un minimo di decenza…!

Da uomini a donne, fino ad arrivare a cose, animali, entità e oggetti non parlanti.

Sarebbe un bel casino per te quindi ti consiglierei di non scendere più di casa. Mai.

Ma non posso arrivare a questi livelli di possessione.
A limite possiamo pensare a un velo o a una struttura rinforzata in cemento armato. Una cosa semplice…

Guarda ti lascerei anche una porticina di un metro per un metro per far passare l’aria.
Comunque, in un qualche modo, devi respirare e mangiare qualcosa.

A limite si potrebbe pensare a una parola d’ordine per permettere l’accesso solo a me – e ogni tanto – ad amici e parenti…

Sai una frase tipo:
“Sono una proprietà di Davide” e tu apri la porta.

Cose di questo tipo.

Ma c’ho già Cupido che mi sta minacciando.

Mi ha detto che l’amore è la libertà di essere se stessi con la persona che si ha accanto.

Mi ha detto che l’amore è imprevedibile.

Mi ha detto che l’amore non ha nessuna casa.

L’amore viene, ti prende, e ti lascia senza alcuna magia.

“L’amore è una gran pu**ana” gli ho detto.

E mi ha abbuffato di mazzate.

Ma ora che Cupido ha finito di sfogarsi su di me, non posso far altro che pensarti.

Ti nasconderei agli occhi del mondo come un tesoro prezioso.

Ma tu sei libera, indipendente, incontrollabile…

Ed è così che voglio viverti.

Se mi dovessero chiedere “che cos’è per te l’amore?”

Gli risponderei senza mezzi termini che per me l’amore è…

Il tuo sguardo curioso mentre mi chiedi “a cosa stai pensando?”

L’amore è scrutarti silenziosamente quando distratta, ti mordi le labbra.

Ed è questo l’amore.
Senza aggiungere altro.

Il mio sguardo perso nel tuo.
Ed entrambi, persi in noi stessi.
Senza aver bisogno di una strada, una stella o un riferimento per tornare a casa.

Perché tu, per me.
Sei già “casa”, Neve.

Ti amo.

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