Non sai cosa c’ho dentro.
Ho una maledizione che mi devasta.
Impressa nel mio petto a contatto con lo stomaco, fonde le mie paure e le mie ansie a quella voglia che ho di te.
Non saprei spiegarti come funziona…
Non ho idea su come venirne a capo.
Ciò che posso dirti è che non ho più alcuna possibilità di poter vivere lontano da te…
Non posso perderti.
Perché il mio essere e la mia essenza, diventano carne e prendono forma non appena il mio IO, incontra TE.
E vorrei spiegarti che c’ho dentro. Vorrei dirti che è semplice.
Ma come può, un uomo, parlare di qualcosa per cui non sono state ancora coniate parole, composti versi, stilati trattati…
Non posso. Non è possibile!
E in quei momenti, quando non sono più me stesso e smetto di essere quel che sono, divento carne, sangue, ossa, giusto un ricordo lontano della mia sagoma.
E quindi mi chiedo, dove sei?
Ti sento dentro. Ti sento respirare, vivere, sorridere nel mio petto. Ma ti vorrei tra le mie braccia…
E allora mi chiedo, perché sto così male?
Perché non può essere così semplice che in un giorno di pioggia, le nuvole possano smettere di essere il velo incessante di malinconia che mi pervade nella tua assenza e divenire gocce di rugiada fresca in una giornata di sole?
Che parole banali… Vorrei trovarne di migliori – ma risulterebbero ancora sbagliate.
La malinconia mi scorre dentro.
Perché in questo giorno… Quando parole banali di un mosaico incompleto, cercano di dare colore alle infinite sfumature che rappresenti nel tuo essere, trovo rifugio solo nel tuo pensiero…
E trovandolo incredibilmente vasto…
Infinito.
Incontrollabile.
Non posso far altro che sedermi…
E ammirarti.
Viverti e
sorprenderti…
Finché morte non ci separi.
Amen.