Ata murì – Carmine Ingenito

Stamattina ero a fare la spesa in macelleria. Prima di me la classica folla delle signore sul piede di battaglia, pronte ad accapigliarsi per una “braciuola” (cit. simpsoniana). Prima di me, una classica signora di mezzz’età con i capelli che gli puzzavano ancora di lacca, dalla precedente suduta/restauro dal parrucchiere del paese.

Ero in fila, guardavo il cellulare per svagarmi, ma non c’era campo, impossibile estraniarsi, guardavo dei salami appesi al muro e proprio mentre pensavo come sarebbe stato bello vedere al posto dei salami, lì appesi, molti miei compaesani, la signora dalla lacca facile ha esclamato: “Comunque è no schif, stamm chin e nir, ma poi tutti sti bangladesh”. No perchè, prima di continuare, dovete sapere che noi i bengalesi o bengladesi, che dir si voglia, li chiamiamo bangladesh, un po’ come se loro chimassero gli italiani, Italia ma loro un minimo di cervello ce l’hanno, ma andiamo avanti.

La signora, incitata dal pubblico in studio… Volevo dire, in macelleria, continuava il suo sproloquio. Tesi che nemmeno Hitler, nel Mein Kampf, avrebbe saputo enunciare meglio: 
“Ma poi chist sputn, non si lavano, puzzano…” e mentre diceva queste cose, il cane di un italiano attaccato fuori la macelleria stava cacando su tutto il marciapiede dove noi normali esseri umani, senza le armature di Iron man, camminiamo. Ma andiamo oltre…

“Vengono qua, si aprono negozi, o spaccian, o arrobbn”, già il fatto di mettere sullo stesso piano chi si apre attività con chi ruba e spaccia è tutto un dire, troppa lacca gli è arrivata al cervello mi sa. E in quel momento io gli avrei voluto raccontare di come l’anno prima in un locale di tutti italiani, brava gente, per appoggiare due minuti il telefono su un tavolo me l’hanno fregato. Probabilmente il ladruncolo in questione avrà avuto lontane discendenze con trisavoli di qualche paese islamico.

Poi la signora infine, come si può dire, ha “levato il tapponne”. 
“A me sapit chi me piac chillo Salvini, e ce rong pur o vot. Ammagar ne accumminc a ne manna a cacchiurn”.
Ero sul punto di cedere, sul punto di non ritorno, come Bruce Banner quando sta per trasformarsi in Hulk. Dentro di me, dentro la mia mente, le storie di tanti ragazzi sengelesi, pakistani, bengalesi, che mi avevano raccontato, storie di lotta, di fuga e di disperazione. Tutte si intrecciavano in un mix che mi hanno portato a dire 4 semplici parole:
“Signo’, che problemi avete?”
E lei: “Giuvinòò ma vuj chi sit?”
Ed io, tristemente: “Uno il cui voto purtroppo vale quanto il suo”.

Detto questo, me ne esco, rifiuto di comprare la carne, scanso la merda italica di cane e penso che non riesco proprio a farmi i SASSI miei.

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