Muori ogni giorno,
e non ti accorgi della bara.
Sveglia.
Giorno.
Lavoro.
Il mondo è già attivo da un po’.
Praticamente da sempre.
Ma tu hai degli orari per vivere.
Gli altri per dormire.
E il weekend? Con la fidanzata.
Scendi.
Macchina.
Lavoro.
Pomeriggio.
Aperitivo.
Ritorno.
Film.
Cena.
Morte.
[STOP]
La classe borghese.
La classe…
Come alle elementari.
Vivi ogni giorno, senza la consapevolezza di sopravvivere.
Chi sei?
Cosa fai?
Sei quello che fai?
O sei come gli altri ti hanno criticato?
Sei vita, morte, e predestinazione.
Nel tuo essere quello che sei,
niente.
[STOP]
In questo cazzo di niente.
Poi ci sei tu.
Tu, mio caro amico alternativo.
Hai orari indefiniti.
Vivi di notte e
muori di giorno.
Dici che sei diverso.
Dici che di giorno ne approfitti per sopravvivere.
E la notte?
Beh… La notte è tua.
Spendi il tuo stipendio…
Come la paghetta da ragazzino.
Alcool, droga, sesso.
E anche tu,
liberamente prigioniero dei vizi…
Non hai niente di più.
Solo ore in meno.
Ma almeno scegli…
[STOP]
Scegli di essere come i diversi.
E in questo mare di omologazioni,
la società scandisce le sue vittorie.
Civile, l’essere civile.
Collaborare, sopravvivere, morire.
Hai l’illusione di avere una scelta,
ma ogni tuo passo
è sempre battuto da un’altra scarpa.
E tu ci passi dentro…
Credendoti infinito.
Siamo quello che scegliamo,
in un mare di scelte già prese.
Ci distinguiamo per fede, squadra del cuore e per quello che mangiamo.
[STOP]
A me sembra di navigare in un mare di stronzi/e.
Tutto quello che sento
l’ho già sentito.
Tutto quello che vedo
l’ho già visto.
La storia si ripete ogni giorno
e tu…
[STOP]
Sei soltanto un’altra sua puttana.