Come te e tua moglie, ma un po’ più vecchi

L’avrò ripetuto almeno per un milione di anni.

“Non ho bisogno di un passatempo, cara”

Ma le donne potrebbero aspettare anche all’infinito, ma prima o poi, ottengono sempre quello che vogliono.

Anzi, mi correggo. Per loro l’infinito non esiste. Loro aspettano, e vincono.
Sempre.

Quindi:
Mi trovai un hobby.

Presi un animale domestico.

Un animale strano. Abbastanza bizzarro.

4 zampe. Senza pelo. 
Una visione abbastanza oscena.

Solo mia moglie pensava che fosse carino. 
I miei amici, come sempre, mi presero per il culo.

La cosa che mi inteneriva, era la sua totale assenza di conoscenza.
Iniziai a curarlo e accudirlo quasi come se fossi un genitore per lui.
Mi faceva pena, eppure mi inteneriva.
Gli insegnai piccole cose semplici: mangiare, fare i bisogni, a stare su due zampe e come lamentarsi. Le cose fondamentali insomma…

Gli presi una gabbietta, o almeno, gliela fabbricai. 
Non mi andava di spendere ulteriormente per quel nuovo hobby. Chissà quando l’avrei abbandonato.
Sono fatto così. 
Inizio una cosa, e poi – ne trovo sempre un’altra che mi aggrada.

Quel piccoletto mangiava e cagava ovunque. 
L’habitat della gabbietta era abbastanza vario. In base alla posizione in cui la lasciavo in casa, c’erano reazioni differenti.

Alla fine mi decisi e cominciai a inserirla all’interno di un sistema controllato. Periodi in cui faceva più freddo e periodi in cui faceva più caldo. La situazione poteva cambiare anche in base alla posizione in cui si trovava il mio animaletto.

Dopo un po’ di tempo, lo stronzo morì. Non so bene come avvenne. 
Mi ero dimenticato di dargli la pappa per diversi giorni mentre cercavo di riparare la macchina in garage, e quell’imbecille si era avvelenato mangiando una delle piante che avevo messo lì per abbellire la gabbietta.

Mia moglie alla notizia esclamò: “Oh, piccolino”. 
Niente di tragico, ma ci rimase male.

Per rallegrarla, decisi di prenderne un altro. La cosa bizzarra era che mi stavo appassionando.

Questa volta sarei stato più attento. 
Presi un maschio, e dopo qualche secolo una femmina.
Gli insegnai come vestirsi e cosa mangiare. Le cose andavano abbastanza bene, fin quando mia moglie non mi disse che dovevamo andare al centro commerciale.

Mi lamentai per un po’ ma sapete come sono fatte le donne quando vogliono andare a fare compere. 
Ci vai. Punto.

Passai mezzo secolo all’interno di quel maledetto posto, ma finalmente, riuscii ad uscirne vivo.

Altri due secoli volarono via per ritrovare l’auto nel parcheggio (mentre mia moglie che mi ripeteva “ma perché non ti segni mai il numero del settore?”).
Insomma era anche domenica al ritorno, quindi mi imbottigliai nel traffico.

Finalmente tornai a casa. 
La situazione era catastrofica.

Una nube tossica aveva bucato l’ozono che avevo costruito a protezione, mentre fabbriche varie erano nate un po’ ovunque.

I miei cari animaletti erano morti, ma prima di questo, si erano moltiplicati a dismisura. Quindi c’erano tanti altri abitanti nel mio piccolo ecosistema.

Erano nate tante religioni, tutte uguali e tutte differenti tra loro. 
Non ci capivo più niente. Molti avevano provato a parlare a mio nome, ad amministrare la gabbietta, a controllarla, e avevano creato un sistema bizzarro per cercare di garantire le risorse migliori solo ad una parte della popolazione.

La situazione era decisamente degenerata.

Mia moglie ne approfittò per richiamare la mia attenzione.

Mi disse: “Stai sempre con la testa nei tuoi animaletti, chi vuoi che la metta la tavola? Io? È tutto il millennio che metto a posto la casa, ti potresti alzare ogni tanto per darmi una mano”.

Più volte le avevo detto di non disturbarmi quando ero impegnato con il mio universo.
Ma sapete le donne cosa sono capaci di fare quando si sentono trascurate…

Ti minacciano. 
Ti umiliano.
E ti mettono a preparare la tavola.

Mi domando cosa abbia portato gli esseri umani a ricercare un senso della vita più complesso di quello reale.

A volte, mentre passo l’aspirapolvere me lo domando.

Loro si ammazzano, si scannano, si recludono e si separano, credendo di avere la verità così vicina…

E poi, invece, il senso della vita è veramente tutt’altro.

Qualche momento di pace e tranquillità, nel passatempo di un vecchio pensionato, tra un centro commerciale e una tavola da preparare.

Ah… 
Che bella giornata.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *