Coyote – Vittorio Somma

Qualcuno una volta mi ha detto che le stranezze sono il sale della vita, e che non vale la pena condurre un’esistenza priva di storie bizzarre da raccontare. In realtà credo di averlo letto da qualche parte, però non era proprio così. No, forse me lo sto inventando adesso. Fatto sta che non esisterebbe l’ordinarietà, né vivremmo il senso di sicurezza che ci trasmette una sana routine se d’altra parte non si manifestassero situazioni al limite del reale e dello stupefacente. Io, per esempio, avevo un amico che quando decideva di rompere con una ragazza, questa si trasformava in un animale. Onde evitare facili fraintendimenti del caso, preciserò subito che ‘trasformarsi in animale’ non va inteso nella sua accezione metaforica: le ex-ragazze di questo mio amico attraversavano letteralmente un processo di metamorfosi zoologica nel preciso istante in cui, ahimè, gli veniva spezzato il cuore.
La prima volta che successe, ricordo bene, fu un giovedì pomeriggio. Va detto che l’amico in questione non è certo quella che comunemente si definirebbe una persona emotiva, tant’è che quando ricevetti la sua telefonata dal commissariato della polizia non ebbi difficoltà ad assimilare la notizia, la quale mi fu riferita nella maniera più asettica e pragmatica possibile:
“Un’ora fa ero in Villa Floridiana deciso a rompere con Rossella ma, nel momento esatto in cui le davo la spiacevole notizia, contro ogni legge che determina l’universo e l’umana concezione di realtà, questa assumeva nel giro di pochi secondi le sembianze di uno scoiattolo. Ho ritenuto opportuno avvisare immediatamente le forze dell’ordine più per una forma di tutela nei confronti della mia persona che per l’assurdità del fatto stesso, che come immaginavo avrebbero stentato a credere.”
Rossella però era diventata effettivamente uno scoiattolo, come ebbi modo di accertarmi dopo essere giunto di corsa al comando locale e aver visto coi miei occhi il tenero esserino che si scrutava attorno impaurito.
Come potete immaginare la cosa creò un gran bel trambusto, ma forse molti di voi non se lo ricordano perché se non sbaglio accadde in periodo di campagna elettorale e l’attenzione dei media era concentrata su faccende molto più serie e ordinarie. Fatto sta, però, che né sbirri né medici, studiosi, esperti, zoologi, antropologi, filosofi o sensitivi ne cavarono un ragno dal buco. O meglio, tutti sostenevano la propria visione e interpretazione dell’accaduto ma la povera roditrice rimase alle cure degli affranti genitori che non poterono fare altro che comprarle una bellissima gabbietta con tanto di ruota per criceti e portarla ogni fine settimana a scorrazzare nel parco.
Ovviamente quello non fu l’unico caso. Coadiuvato da un invidiabile quanto perturbante successo col sesso opposto, il mio amico divenne la maga Circe delle rotture: mucche, gazzelle, pipistrelle, volpi, rondini, iguane, scimmiette e caprette rimpinguavano costantemente le fila delle sventurate. Questo quando andava bene! So addirittura di una deliziosa fanciulla di Procida che divenne una balenottera azzurra. Il tutto avveniva nel dolore di parenti ed amici e nel disinteresse totale del mio amico, che materialmente non aveva alcuna diretta responsabilità nelle trasformazioni. Anzi, se proprio devo raccontarla tutta, una volta che la notizia si diffuse tra la fauna femminile (è proprio il caso di dirlo) vi fu una vera e propria spaccatura: ragazze che, saggiamente, tentavano di evitarlo a tutti i costi, e altre che, mosse da una nobile ispirazione naturalista-primitivista-mistico-vegana, erano convinte di aver trovato il proprio Messia e gli si concedevano senza ritegno alcuno.
Questa curiosa faccenda dai risvolti tragicomici giunse al termine una sera di ottobre, quando il mio amico si accingeva a zoomorfizzare l’ennesima conquista amorosa. Personalmente non avevo incontrato la ragazza in questione, ma in effetti i pochi elementi a mia disposizione mi aiutarono a farmi un’idea di ciò che accadde. Se nella quasi totalità dei casi le rotture avvenivano per noia o capriccio di lui, negli ultimi giorni lo avevo sentito lamentare una certa indifferenza e disinteresse nella sua partner, che in qualche modo gli dava ai nervi. Lui, che aveva fatto dell’atarassia emotiva il suo baluardo nonché strategia di successo, si sorprendeva a volte tremante e inquieto. Attualmente non posso essere sicuro che fu questo il motivo della rottura, perché da quel giorno non ebbi più modo di parlargli. Si trasformò in un coyote quella sera di ottobre, e lei non si degnò neanche di chiamare la polizia.
Non ho più notizie di entrambi, ma a volte, passeggiando nel quartiere, sento parlare di presunti avvistamenti di un coyote nel bosco di Capodimonte. Ci hanno pure dedicato un trafiletto su Il Mattino. Io ormai non credo più a queste bizzarrie, e mi godo la tranquilla ordinarietà delle mie giornate. Se dovesse capitarvi, però, di avvistare un coyote nel bosco di Capodimonte, molto probabilmente si tratta di lui.

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