Luca non era Gay, era nu piezz e merd – Carmine Ingenito

L’altro giorno stavo giocherellando con la chitarra. Mentre facevo il mio solito giro di Do, pensavo a quante canzoni potevano venire fuori da quei quattro semplici accordi. E allora perchè non creare una canzone tua.

Che ci vuole. 
Se Ligabue riesce a fare canzoni con due accordi, perchè non posso farlo io?

Ma su cosa scrivere? Di cosa parlare? Di politica?!!? 
Naaa, la concorrenza in quel campo è troppa. Pare che adesso anche Gianluca Grignani si sia messo a cantare di politica… Da sobrio. E allora parliamo della società, di costume, di cultura?! No, no, no, anche perché la maggior parte della canzone sarebbe coperta dai “BIP” delle parolacce e delle bestemmie da me pronunciate.

Allora parliamo di relazioni? 
Si perché no, è vero anche lì la concorrenza è tanta, ma si sa: tira più un pelo di Tiziano Ferro che un pizzetto dei 99 Posse. Ma le parole non mi venivano fuori e ho iniziato ad ascoltare tutte le canzoni più famose in questo senso, da Baglioni, a Venditti, passando per Nek, fino ad arrivare ai Pooh e ai Neri per Caso (così non mi si può dare nemmeno del razzista).

Però niente, oltre ad essermi venuto quello che io penso sia il ciclo, dopo una corsa al supermercato per comprare l’ultimo assorbente con le ali mi sono rimesso sulla chitarra. E allora ho cominciato a pensare alle mie esperienze, a quelle dei miei amici, ma si ripeteva lo stesso problema dei “BIP” a causa di una lunga serie di parolacce e imprecazioni.

Allora perché non pensare alla storia dei miei genitori, sono sposati da più di 30 anni, ci sarà da scrivere no? 
Ma ancora niente, sapeva troppo di vintage.

Se il passato non va bene, allora proviamo col futuro, e mentre suonavo mi venivano fuori le parole. Mi bloccavo e annotavo frasi sconnesse su un quaderno delle medie.

Cantare su quella che avresti pensato sarebbe stata la tua promessa di matrimonio. In un planetario, con la stanza riempita di gigli (sperando che fossero i suoi fiori preferiti), la voce di Stevie Wonder che cantava “Is she lovely” usciva dall’impianto stereo, le luci abbassate e una volta in ginocchio davanti a lei comparivano scritte sulla volta del planetario – tra le stelle – le parole “Vuoi sposarmi?”.

Poi la casa, i bambini, un cane, preferibilmente un meticcio. Un giardino immenso, un’altalena, il disordine di due marmocchi che ti girano per casa. Tua moglie, in pigiama e incinta del terzo figlio che ti prepara i pancake e in quel momento pensi che è arrivato il momento di indossare un preservativo o meglio due. Poi a un tratto mi sono fermato non riuscivo a dare un volto a tutte queste cose, nemmeno al cane.

E allora mentre continuavo a suonare e a suonare tra me e me mi sono detto: “Ma che cazzo sto facendo”.

Allora ho posato la chitarra, ho preso il telefono e chiamato il mio spacciatore: “Luca, ma che cazzo mi stai dando. Basta io cambio spacciatore”.

Ebbene si il mio spacciatore si chiamava Luca, non andateci.

Carmine Ingenito

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