Si salvi chi può

Ecco. Pippe mentali notturne.

Vi siete mai ritrovati all’interno di uno di quei giochi, in cui vi chiedono di salvare – in una situazione catastrofica – una tra le due persone più importanti della vostra vita?

Ecco. 
Partiamo dal punto 1.

L’amico che vi propone questo gioco di merda, ha sicuramente dei problemi.

Ma a parte questo. La persona che vi intrappola in questa maledizione cerebrale, ci tiene a precisare che non potete in nessun modo scegliere di salvare entrambe le vittime.

Ok. Quindi arriviamo alla soluzione del gioco.

Mettiamo caso che vi trovate in questa fantomatica situazione in cui dovete scegliere di salvare una persona, tra le due più care che avete.

Bene.
La prima cosa che pensate? 
(Guagliù, che cazzo ci siamo bevuti ieri sera?)

Ora vi ritroverete a pensare a quello che potrebbe succedere se decideste di salvare una persona o l’altra.
Prima iniziate a pensare a chi volete più bene… Ma è importante?
Sono due persone a cui tenete davvero tanto. Quindi…

Nel caso in cui decideste di salvare una persona, succederebbe indubbiamente che sareste costretti a vivere pensando di aver condannato almeno una delle figure più importanti della vostra esistenza.

Scegliete quindi di salvare entrambi. 
Niente.

L’amico del gioco vi risponde ancora una volta con il classico “non si può fare!”.

Allora cosa succede? Siamo a un punto morto.

L’unico modo per uscire vivi dal gioco, sarebbe rispondere “morire cercando di salvare entrambi”. 
Questa è la vera soluzione.

Ora, arriviamo alla questione migranti.

Se in questa situazione ci fossero due bambini (ho usato due figure infantili per fare leva sul vostro pietismo)…
Cosa fareste?

Vi interesserebbe sapere la loro nazionalità?

Ecco.

Ora facciamo finta che al posto della situazione catastrofica, ci siano due barconi dispersi in mare. 
E se invece di due bambini avete la possibilità di salvare tra le 100 e le 300 persone…
Voi, cosa fareste?

La risposta è una, e una soltanto.

Dare la vita per salvarli entrambi. Sempre.

Buona giornata,
da un buonista.

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